La pesca professionale è una delle attività consentite anche in questa fase di
emergenza nazionale che ha portato invece alla sospensione di molti altri mestieri.
Tuttavia c’è chi non si accontenta di questo e, approfittando del momento di stallo generale, tenta comunque di mettere in atto comportamenti vietati. Per questo la Guardia Costiera di Livorno continua ad operare a terra ed in mare, attraverso un’azione di costante vigilanza.
A finire nel mirino dei militari, nel pomeriggio di ieri, è stato un motopeschereccio colto in flagrante attività di pesca all’interno della zona di riserva generale dell’Area marina protetta delle “secche della Meloria”, dove la pesca è consentita solo dietro autorizzazione dell’Ente gestore, il Parco di Migliarino San Rossore.
Migliaia di metri di “rete da posta” erano stati infatti calati nella zona marina protetta e per questo i militari a bordo della motovedetta hanno
immediatamente provveduto a fermare il comandante del peschereccio.
L’unità è stata fatta poi rientrare in porto dove gli uomini della Guardia Costiera hanno proceduto a comminare una sanzione di 2000 € e hanno
proceduto al sequestro di circa 3000 metri di rete, utilizzata per compiere l’illecito.
Dal controllo risultava altresì, la presenza a bordo di un marittimo non annotato sul Ruolino equipaggio, in violazione delle pertinenti norme del
Codice della navigazione ed anche per tale illecito è stata irrogata la prevista sanzione amministrativa.
Per il marittimo, residente tra l’altro fuori regione, sono scattati ulteriori accertamenti anche per quanto concerne la violazione delle vigenti misure
di legge relative all’emergenza epidemiologica da COVID-19. Difatti, lo stesso non essendo regolarmente imbarcato, non aveva alcun motivo per allontanarsi dal domicilio/residenza e per stare a bordo di un’unità da pesca partecipando, inoltre, all’attività professionale.

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ultimo aggiornamento: 04-04-2020


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